victória pitts

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Mezzosoprano nata nel 1991 a Belém, in Brasile, inizia, nel 2008, lo studio del canto lirico nel Conservatorio Carlos Gomes. Nel 2011 riceve una lettera d'invito e una borsa di studio per studiare in Italia: nello stesso anno, appena arrivata nel nostro paese, vince il premio Giovane Promessa al Concorso Internazionale di Musica Sacra a Roma. Nel 2014 si laurea in Canto al Conservatorio di Rovigo con Luisa Giannini e debutta, a soli 19 anni, a Belém in Dido and Aeneas di Purcell. Il suo debutto europeo avviene nel 2014 con The Water Babies di Paolo Furlani al Teatro Sociale di Rovigo. Dal 2015 al 2017 fa parte dell'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino dove canta Der Kaiser von Atlantis di Viktor Ullmann, Hänsel und Gretel di Engelbert Humperdinck, La traviata, La Cenerentola e il Requiem di Mozart, partecipando inoltre alle tournées in Oman e Tunisia.
Al Festival Rossini in Wildbad interpreta L'italiana in Algeri, Le cinesi di Manuel García, Il vespro siciliano di Peter von Lindpaintner e Aureliano in Palmira; al Teatro da Paz a Belém Otello di Giuseppe Verdi; al Teatro Olimpico di Vicenza Il signor Bruschino; a Legnago, Chieti, Belluno, Jesi, Verona e Firenze La scuola de' gelosi di Antonio Salieri. Nel novembre 2017 canta ne Il cacciatore deluso di Niccolò Jommelli a Tübingen e prende parte al Concerto "Omaggio a Pavarotti" alla Royal Opera House di Muscat, in Oman.
Nel 2018 debutta all'Opéra de Lyon nell'opera di Ottorino Respighi La bella dormente nel bosco ed è Flora ne La traviata a Pordenone e al Teatro del Maggio, dove interpreta anche Tisbe ne La Cenerentola. Frequenta i corsi dell'Accademia del Belcanto "Rodolfo Celletti" promossa dalla Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca; esordisce quindi al Festival della Valle d'Itria interpretando in concerto la cantata Giovanna d'Arco di Gioachino Rossini e la parte del Mago cristiano in Rinaldo di Georg Friedrich Händel diretto da Fabio Luisi,
Dal 2018 partecipa alla masterclass annuale di Tecnica vocale ed interpretazione del repertorio condotta da Raina Kabaivanska presso l'Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi-Tonelli di Modena.
Nel 2019 debutta all'Opera di Sofia in Bulgaria Azucena nel Trovatore di Giuseppe Verdi.
Il suo prossimo debutto sarà a luglio come Fidalma nel Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa con la regia di Pierluigi Pizzi per l'inaugurazione del Festival della Valle d'Itria di Martina Franca.
A settembre del 2021 sarà AZUCENA presso il Teatro Verdi di Pisa.
A febbraio ha sostenuto una bellissima audizione presso il Teatro Verdi. Mi è piaciuto il piglio deciso ma mai eccessivo, il fraseggio classico, la bellezza della qualità timbrica, l'accuratezza della Sua preparazione musicale.

 

Intervista a Victória Pitts
(di Enrico Stinchelli)

Come ti sei appassionata all'Opera?
"Mi sono innamorata del canto grazie a mia mamma e a mia nonna che cantavano sempre: mentre facevano le faccende di casa, in chiesa e per farmi dormire. Mia mamma ha sempre amato la radio più della TV, teneva la radio accesa per tutta la giornata e cantava. Su me e l'opera c'è un aneddoto di famiglia carino: ero molto piccola e non avevo neanche un anno di vita, i miei genitori hanno avuto necessità di lasciarmi da una coppia di amici che consideravano come parte della famiglia. La mia mamma e il mio babbo, vivendo in mezzo all'Amazzonia, non conoscevano la musica classica, non erano mai andati a sentire un'opera; invece questi loro amici sì: il marito era sempre in giro per il mondo perché lavorava per un azienda estera e portava con sé tante cose dall'estero, anche dischi di musica classica. Io da loro ero molto nervosa e nonostante la grande esperienza di mia "zia" con i bambini, non riusciva in alcun modo a farmi smettere di piangere, finché mio "zio" ha deciso di mettere un disco di musica classica: in quel momento mi sono finalmente calmata. Invece ricordo bene quando, da grande, sono andata all'opera per la prima volta: ero adolescente, l'emozione per me fu allora e continua a essere oggi un'emozione fisica nel sentire la vibrazione delle voci. Ho sempre amato la musica sacra (infatti ho iniziato a cantare in chiesa da piccola) e la musica leggera (ho cominciato a studiare musica suonando la chitarra e cantando musica popolare brasiliana e amazzonica), però ascoltare l'opera dal vivo, avvertire il contatto dell'artista col pubblico e percepire gli armonici della sua voce mi paralizza fisicamente, come se fossimo in un'altra dimensione, e mi fa venire davvero la pelle d'oca."

Una storia davvero particolare, mi fa pensare a Fitzcarraldo, un film che amo moltissimo. Quali cantanti ti piacciono di più?
"Ci sono tante cantanti che mi piacciono per diversi motivi, ma impazzisco per Shirley Verrett come Lady Macbeth, perché amo l'artista e adoro quel personaggio."

Ottima scelta. Quali opere Ti piacciono maggiormente?
"Carmen, Elektra, Samson et Dalila, Don Carlo, Adriana Lecouvreur, Falstaff ma soprattutto Macbeth: non so se un giorno potrò cantarla perché è troppo sopranile. E Tosca per la recitazione e per il piacere di uccidere Scarpia..."

Quando Ti riascolti... Ti piaci?
"Faccio fatica a riascoltarmi in registrazione, non mi piace. In generale preferisco sentire la lirica dal vivo e la musica leggera registrata."

Quali sono, secondo Te, i problemi principali per un giovane cantante che voglia farsi strada?
"Se non hai un'agenzia importante non riesci neanche a fare un'audizione in certi teatri: è tutto blindato. Oltre al fatto che quasi nessuno ha il coraggio di dare le parti giuste a noi cantanti che abbiamo voci scure e di un certo spessore."

Hai ragione ma questo andazzo può facilmente cambiare se le direzioni artistiche hanno le debite competenze. Cosa faresti se Tu fossi responsabile del dicastero della Cultura, i primi provvedimenti?
"La prima misura: la formazione, secondo me, è alla base di tutto. L'educazione musicale a partire dall'infanzia sarebbe un investimento fondamentale per i futuri musicisti e per creare un pubblico. La seconda importantissima mossa: premiare il talento e la qualità. Valorizzare i veri artisti, permettere loro di essere sul palcoscenico ad esprimersi, a cantare bene e a comunicare qualcosa al pubblico. Solo così i teatri torneranno a essere pieni. C'è bisogno di energia: possiamo assistere all'allestimento più costoso al mondo, ma se i veri artisti non ci sono, o non approfondisco le loro interpretazioni, il pubblico si annoia dopo cinque minuti. Ma la radice del problema sta in un sistema teatrale che non premia il merito. In sintesi: gli artisti veri finiscono in platea e quelli che dovrebbero esser a lavorare altrove sono sul palcoscenico."

Hai completamente ragione. Io dico sempre che un NOME è tale se veramente BRAVO e non il contrario.Va ripristinata la talentocrazia. Qual è il Tuo grande sogno?
"Realizzare un giorno un progetto in Brasile per aiutare gli artisti del futuro: so quanto è difficile, soprattutto in Amazzonia, nel nord del Brasile da dove provengo, riuscire a ricevere una formazione solida. Avere delle possibilità, abitando li, è molto complicato ed è un peccato perché ci sono delle voci bellissime: tanto talento, ma poche opportunità. Non credo che tutti debbano diventare cantanti lirici, ma sono convinta che la musica possa essere un modo efficace di aiutare i bambini, ma soprattutto gli adolescenti, a trovare una speranza e non rifugiarsi nella delinquenza oppure nella droga."