daniela maccari

daniela maccari

 

Nata a Pisa inizia lo studio della danza all'età di 4 anni con la maestra Elsa Ghezzi e continua con i maestri Renato Fiumicelli e Ioana Butnariu.
Studia e si perfeziona in seguito con la grande maestra Marina van Hoecke.
Nel 1991 vince il concorso internazionale "Giovani Talenti".
Con assoli creati appositamente per lei danza come solista ospite in Gala in numerosi teatri italiani.
Nel 1994 consegue il diploma di Attore Scenico, al termine del corso di formazione professionale diretto da Micha van Hoecke.
Consegue la laurea in lettere classiche con il massimo dei voti e la lode.
Danza giovanissima nella compagnia Effetto Parallelo di Michele Arena.
Danza con L'Ensemble di Micha van Hoecke.
Successivamente fa parte della compagnia Sizicondi Loble del coreografo belga Serge van de Velde, danzando come solista in tutte le creazioni.
Collabora costantemente come danzatrice e coreografa con il teatro Verdi di Pisa.
Nel 2006 ha l'opportunità di seguire il Wuppertal Tanztheater di Pina Bausch come stagista.
Nel gennaio 2009 avviene l'incontro con il geniale Lindsay Kemp che dà inizio ad una intensa collaborazione: da allora lo segue infatti come prima ballerina, coreografa e collaboratrice principale in tutte le sue produzioni; Cenerentola, Sospiri di Balera, I Sing Ammore per il Teatro Goldoni di Livorno, The Illusionist per il Teatro dell'Opera di Roma, Romeo & Juliet, Verona.
E poi L'Histoire du Soldat, in cui danza il ruolo della Principessa e che dopo aver debuttato a Bari è stato portato nei maggiori teatri italiani.
Danza come prima ballerina anche nella nuova produzione, che riscuote grandi consensi in Italia e Spagna, "Kemp Dances", in cui Lindsay Kemp crea appositamente per lei "La Femme en rouge" e le affida il solo "Il Cigno". Interpreta inoltre il ruolo de " La ballerina" in "Frammenti dal diario di Nijinsky", accanto al grande maestro. Danza inoltre l'intenso ruolo di " Mi vida", del coreografo belga Luc Bouy.
Successivamente crea per lei "Canto alla luna" e "The Witch".
Affianca il maestro anche nelle produzioni liriche come Il Flauto Magico e La Traviata in cui ha ricoperto il ruolo di coreografa, assistente alla regia e prima ballerina.
La collaborazione con Kemp è diventata negli anni un'intesa talmente profonda che lui, con un gesto unico e mai avvenuto in passato, le ha insegnato alcuni dei suoi più importanti ruoli come Traviata, The Flower e The Angel chiedendole di continuare a danzarli dopo di lui.
Con David Haughton, storico collaboratore di Lindsay Kemp, e gli altri membri della compagnia, continua a far brillare la luce del Maestro attraverso eventi dal vivo come spettacoli, tra cui "Kemp Dances Ancora", gala, mostre, il Premio Lindsay Kemp, e online, attraverso la creazione di un grande archivio.
Ha ricevuto con gioia ed onore dalla sua città il premio "Pisani si nasce", riconoscimento dato ad eccellenze nate a Pisa e distintesi in vari campi.
Danza nei video "Beautiful you" e "One percent"del cantautore inglese Tim Arnold che le dedica anche la canzone "Here lies liberty".
E' stato dedicato alla sua storia il libro "Sarò una ballerina" della collana "Bimbi Ganzi", Elledibook.
Il 30 maggio Daniela Maccari si esibirà ne:
"Il Cigno", creazione di Lindsay Kemp e Marco Berriel
Musica di Camille Saint-Saens.
La coreografia di Fokine e Anna Pavlova è un'icona del balletto classico, ma qui la figura che danza la famosa melodia evoca una ballerina incapace di raggiungere la bellezza che la tormenta.

 

Intervista a Daniela Maccari
(di Enrico Stinchelli)

Come Ti sei appassionata alla Danza e la Tua esperienza con il grande Lindsay Kemp.
"Per mia grande fortuna in casa si è sempre respirata tantissima musica. I miei genitori sono grandi amanti di musica classica e lirica e mio padre suona molto bene il pianoforte. Mi raccontano che io approfittavo di ogni momento in cui c'era musica in casa per cominciare a danzare, a improvvisare, organizzando anche dei veri e propri "spettacoli" convocandoli in camera mia a vedermi, già dall'età di due/tre anni. E mi fa molto sorridere pensare che una delle mie prime coreografie, così piccola, è stata nientemeno che sulla Sinfonia de La forza del destino!! Mi ritengo molto fortunata anche perché, sempre per la loro passione mi portavano fin da piccolissima a vedere balletti, concerti ed opere, ed io, ben preparata dalla mia mamma che mi raccontava le trame facendomi appassionare, rimanevo incantata. E' stato poi naturale portarmi molto presto alla scuola di danza. E da lì le prime grandi gioie e soddisfazioni, i primi concorsi, le prime audizioni. Sono sempre stata una danzatrice molto passionale ed è per me sempre stato essenziale lavorare con coreografi con cui mi sentissi in totale sintonia. E così ho fatto. Ma sicuramente l'incontro con il grande Lindsay Kemp ha segnato profondamente la mia vita. Dal primo momento in cui ho danzato per lui, ho capito che non avrei voluto essere in nessun altro posto. Ripetendo "abbandonatevi alla musica, voglio vedere il vostro spirito che danza", mi ha fatto trovare la mia totale libertà. Dal giorno dell' audizione andata molto bene, la nostra intesa è diventata sempre più profonda. Sono diventata la prima ballerina della compagnia, coreografa e la sua più stretta collaboratrice. Ha creato per me ruoli meravigliosi che considero grandi regali. Ho sempre avuto la consapevolezza di essere estremamente fortunata a lavorare con un grande artista, dal quale impari ogni volta che dice qualcosa o fa un gesto, che ha la capacità di toccare l'anima e aprirti a nuove visioni in modo molto semplice e naturale. Ha sempre curato la mia ispirazione e creatività fornendomi nuovi stimoli e volendo a sua volta essere ispirato da me, cosa che mi riempiva di gioia ma anche di un grande senso di responsabilità. Ma il regalo più grande me lo ha fatto chiedendomi di continuare a danzare i suoi ruoli dopo di lui, insegnandomeli e facendomeli provare, cosa che non aveva mai permesso a nessuno..."

Una storia bellissima e una esperienza unica con un vero Genio. La Tua danzatrice preferita o le preferite?
"Per un motivo affettivo e personale penso subito ad Olga Spessitzeva, partner di Nijinsky nei Balletti Russi. Lindsay mi chiese di ispirarmi alla sua figura per interpretare il ruolo de La Ballerina, accanto a lui in "Nijinsky", e da allora uno dei miei tanti soprannomi è stato proprio "Olga". Non posso non pensare a Pina Bausch, fonte inesauribile di ispirazione. Maximova il mio idolo da bambina, Plisetskaja, Fracci, Ferri. Tutte danzatrici con una grande anima danzante. Non amo danzatrici che esibiscono virtuosismi quasi circensi, come si vedono sempre più spesso, purtroppo. La tecnica è essenziale ma non deve creare schiavitù, è anzi uno strumento che dovrebbe renderci ancora più liberi di poter "dire" tutto quello che vogliamo."

Assolutamente giusto e vero. E' come l'"impostazione" nel Canto, bisogna emanciparsi da schemi rigidi e cantare (o danzare) liberi. Quali sono i tuoi balletti preferiti e perché?
"Piccolissima, avevo forse quattro anni, i miei genitori mi portarono a vedere "Giselle" all'Arena di Verona con una giovane Carla Fracci. Fu un'emozione unica. L' accensione delle candeline prima dell'inizio che mi tolse il fiato, la purezza della danza, i colori dei costumi, il candore dell'atto bianco. Piansi tutte le mie lacrime alla morte di Giselle, impazzita per amore, alla fine del primo atto e a niente servivano le rassicurazioni di tutti che mi spiegavano che sarebbe tornata nel secondo atto come una Villi. Sono molto legata a Flowers, lo spettacolo forse più iconico di Lindsay Kemp. Questa volta i miei non mi portarono a vederlo dal vivo, ritenendomi, giustamente, troppo piccola, ma ho imparato ad amarlo, vedendo, negli anni, la gratitudine negli occhi delle persone che ringraziavano Lindsay per questa creazione che tanto ha significato, non solo nella storia del teatro, ma anche nella vita di molti. E per citare anche una creazione di Pina Bausch, forse Bandoneon è tra i miei preferiti, anche perché mi fu permesso di affiancare la compagnia durante una rimessa in scena, permettendomi così di conoscerlo più da dentro."

Quando guardi un Tuo filmato Ti piaci?
"Quando arriva il momento di rivedermi in video, sono emozionata e preoccupata quasi come prima di andare in scena. Sono terrorizzata dalla paura di non piacermi, di trovare qualcosa che non va. Devo dire però, in sincerità, che in generale, si, mi piaccio. I filmati, comunque, sono sempre un mezzo molto utile per migliorare!"

Qual è oggi il problema principale della Danza in Italia?
"Per me la danza è uno dei linguaggi più immediati di comunicazione, sincero, naturale. Il gesto non mente! Purtroppo talvolta temo che si sia perso qualcosa proprio di questa naturalezza. E' giusto che si sia evoluto il lavoro sul corpo, portando a prestazioni fisiche eccellenti, ma ciò non dovrebbe porre in secondo piano l'importanza dell'interpretazione. E' giusto e molto bello, anche, che si contamino i generi, si sperimenti e si faccia uso di nuove tecnologie, ma devono sposarsi col racconto coreografico in maniera equilibrata, senza ostentazione e senza soprattutto andare a mascherare mancanza di idee. A volte vedo con dispiacere una tendenza a concentrarsi sempre più su se stessi, a perdere di vista la bellezza della condivisione col pubblico, della comunicazione, della semplicità. Ci vuole una bella dose di coraggio e di rischio per dimenticare se stessi, trasformarsi totalmente in scena, diventare altro, ma con la grande responsabilità di sollevare e portare con noi il pubblico."

Se tu fossi Ministro dei Beni Culturali quali misure adotteresti per la Danza?
"Basterebbe cominciare rivolgendole un po' più di attenzione. Mi rattrista profondamente assistere continuamente alla chiusura di storici Corpi di ballo presso altrettanto storici Enti teatrali. Penso a Firenze...Verona...E pensare che in molti paesi esteri anche le più piccole città hanno la loro compagnia stabile di danza, e noi che abbiamo i teatri più belli del mondo non possiamo permettercelo...E forse l'attenzione dovrebbe partire proprio dalle basi, dalla formazione dei giovani; e penso con profonda partecipazione ai problemi delle scuole di danza che usciranno a pezzi da questo periodo, tragico per tutti, reso ancora più complicato per loro da burocrazie incomprensibili...Si potrebbe forse investire di più sulla formazione, vigilando però sull'effettivo valore degli insegnanti, molto spesso improvvisati. Si devono dare nuovi stimoli ai giovani danzatori, stimolarli a leggere, a vedere spettacoli, ricercare, andare a teatro, al cinema, e soprattutto a conoscere la tradizione! Solo così si formeranno nuove generazioni vivaci, ispirate e generose!"

Condivido il Tuo pensiero e giudico vergognoso il trattamento subìto dalla Danza in Italia. Il Tuo sogno più grande qual è?
"Ti ringrazio per questa domanda, è un bello spunto di riflessione che mi fa anche gioire, guardando indietro e vedendo che ho realizzato molti dei miei sogni di bambina. Ma c'è sempre un nuovo teatro in cui vorrei danzare, c'è sempre un nuovo ruolo che vorrei interpretare e tanti progetti da realizzare. Ma, alla fine, il mio sogno più grande è quello di riuscire a donarmi totalmente danzando, di danzare con la stessa gioia ogni giorno come se fosse la prima volta, e di danzare sempre "for you" come ci ha insegnato Lindsay!"