Nata a Roma nell'agosto del 1997, inizia giovanissima gli studi musicali con il M° Massimiliano Damato e studia canto lirico col soprano Nunzia Santodirocco.
A soli 19 anni vince il Primo Premio Assoluto nei concorsi lirici internazionali "Jole De Maria" e "Ottavio Ziino"; l'anno successivo si aggiudica il Terzo Premio al concorso lirico internazionale "Voci Verdiane città di Busseto".
È selezionata dalla Fondazione Pavarotti, con la quale collabora attivamente dal Dicembre 2017.
Nel 2018 frequenta alcune masterclass con il baritono Luca Salsi e i direttori d'orchestra Donato Renzetti e Speranza Scappucci.
Il 26 agosto 2018 fa il suo debutto assoluto all'Arena di Verona, tra i big della lirica, nell'ambito del Verdi Opera Night diretta dal M° Andrea Battistoni, con la regia di Stefano Trespidi.
Nel gennaio 2019 debutta Mimì ne "La Bohème" di G. Puccini nel teatro Goldoni di Livorno, con le riprese nei teatri Verdi di Pisa e Del Giglio di Lucca, nei mesi di febbraio e marzo 2019, diretta dal M° Gianna Fratta con la regia di Bruno Ravella ripresa da Joao Carvalho Aboim.
A marzo 2019 è invitata da Ildar Adbrazakov a cantare nel Gala Verdiano di apertura dell'Adbrazakov Fest, ad Ufa, in Russia.
Frequenta l'Accademia del Belcanto "Rodolfo Celletti" (anno 2019) e debutta il ruolo di Teona nell'"Ecuba" di Manfroce, al 45° Festival della Valle d'Itria, diretta dal M° Sesto Quatrini, con la regia di Pierluigi Pizzi.
Nel Settembre 2020 debutta il ruolo di Adina ne "L'Elisir d'Amore" di G. Donizetti al Teatro Petruzzelli di Bari, diretta dal M° Michele Spotti, con la regia di Victor García Sierra nell'allestimento con scene tratte da "El Circo" di Fernando Botero.
Tornerà, nel Settembre 2021, al Teatro Petruzzelli di Bari per debuttare il ruolo di Donna Anna nel "Don Giovanni" di W.A. Mozart.
Intervista a Martina Gresia
(di Enrico Stinchelli)
Ho ascoltato Martina Gresia a febbraio e sono rimasto colpito dalla pienezza e dalla ricchezza degli armonici della Sua voce: uno strumento molto teatrale, che corre e invade la sala. La personalità è esuberante come la vocalità. Martina, quando hai iniziato a cantare?
"Canto da sempre, da che ho memoria, mia madre dice che ho iniziato prima a cantare che a camminare. Mia nonna si accorse che la mia voce tendeva in maniera naturale ad un'impostazione più classica. Così, iniziammo a cantare insieme qualche brano sacro, come l'Ave Maria di Schubert. E, ricordo, che mi raccontava le trame delle Opere Liriche che conosceva, come fossero delle favole. Affascinata e incuriosita iniziai presto a prendere lezioni di canto, pianoforte e di musica, i miei genitori hanno sempre fatto grandi sacrifici per me, appoggiandomi costantemente in questo lungo e difficile percorso intrapreso; conobbi i miei attuali insegnanti, Nunzia Santodirocco e Massimiliano Damato, non ancora undicenne; anno dopo anno mi sono appassionata sempre di più all'Opera, alle emozioni che mi faceva provare, e capii che, finito il liceo, mi sarei voluta dedicare totalmente a questo, e che il mio sogno era diventare una cantante lirica."
Hai delle cantanti che ammiri in maniera particolare?
"Le mie cantanti preferite sono due: Maria Callas e Ghena Dimitrova. Le trovo meravigliosamente intense. Callas per le emozioni che mi dà: ogni accento, respiro, frase, possiede una sensibilità interpretativa che colpisce sempre il mio cuore, "La Gioconda" è probabilmente l'opera in cui la preferisco in assoluto. Dimitrova: voce inconfondibile, un fiume in piena di armonici! "Turandot" stupenda, ma io la amo soprattutto nel ruolo di Abigaille."
Tra gli autori, quali preferisci e quali opere?
"Ho un amore viscerale per Verdi, quindi direi "Il Trovatore", "Aida", "Macbeth", "Nabucco", "La forza del Destino"; nel mio cuore c'è anche Puccini, perciò non possono mancare "Tosca", "Manon Lescaut" e "Turandot"."
Tu hai una voce molto grande e piena, direi proprio "teatrale". Ti piace riascoltarti?
"La mia voce registrata non rende moltissimo, in verità; in generale le registrazioni non colgono tutte le sfumature, distorcono l'emissione vocale, comprimendo quelli che dal vivo possono essere armonici liberi. Registrare una voce è come fare una foto ad un tramonto, non sarà mai fedele all'originale!"
Giusto, questo è il problema delle voci grandi: la Nilsson o la Sutherland ascoltate in disco sembrano soprani chiari, dalla voce normale. Dal vivo erano voci enormi. Quali sono i problemi principali per un cantante che inizia?
"Il maggior problema per un giovane cantante d'Opera è sicuramente quello di trovare il giusto percorso, sia formativo, che quello per "emergere". Oggi in particolar modo, con i teatri chiusi da ormai troppo tempo, con l'impossibilità di farci conoscere a causa delle tante, troppe audizioni annullate. Già prima dell'emergenza sanitaria, per noi giovani era difficile, perché siamo molto delicati, stiamo costruendo le nostre basi, quindi, il giusto compromesso, è sicuramente quello di cercare di iniziare a fare qualche esperienza lavorativa, che ci permetta di ambientarci, di conoscere, e, nel contempo non smettere mai il consolidamento tecnico vocale."
Quindi, mi par di capire che la vita è dura se si è giovani!!? Paradossale, se si pensa che proprio i giovani dovrebbero avere gli aiuti maggiori...
"Trovare persone che credano in noi, che ci diano la possibilità di provare a farcela, è raro, ma voglio credere ancora nella meritocrazia; se un ragazzo dimostra di avere talento e di averlo coltivato nel modo giusto per anni, sviluppando la sua artisticità è giusto che stia sul palcoscenico. Io ci spero ancora! E spero che la situazione si sblocchi, per tornare a respirare aria di normalità, per tornare a vivere."
Immagina di essere il nuovo Ministro dei Beni culturali: cosa faresti?
"Se fossi Ministro dei Beni Culturali, per aiutare l'Opera, metterei i vaccini a disposizione degli artisti e di tutti i lavoratori all'interno del meccanismo teatrale, tamponi frequenti per verificare spesso che la situazione sia sotto controllo, porre l'organico ridotto, programmare opere in forma semiscenica (con scene e costumi) che limiti il contatto diretto tra gli artisti sul palco, far usare la mascherina, anche, per esempio, in maniera strategica a chi sul palcoscenico non deve cantare; farei in modo che il pubblico sia presente, perché senza di lui il teatro non è tale, porlo con il dovuto distanziamento, e usare i palchetti, ad esempio, per i nuclei famigliari. Il teatro non può morire, fa parte della nostra cultura, fa parte di noi, abbiamo il diritto e il dovere di continuare ad onorarlo e tenerlo vivo."
Il Teatro non morrà, è più forte di qualsiasi Ministro e di qualsiasi Governo...Qual è il Tuo più grande sogno?
"Il mio più grande sogno è quello di debuttare un giorno "Tosca" al Metropolitan Opera House di New York. Sì, lo so, è un sogno immensamente grande, ma sono stata cresciuta con "If your dreams don't scare you, they are not big enough".... e sì, quel palco spaventerebbe chiunque, quel ruolo è di un'intensità unica e mi ci rispecchio moltissimo. Per queste motivazioni, credo che cantare quel ruolo su quel palcoscenico sia il mio più grande sogno. Spero tanto di riuscirci un giorno!"
Volere è potere: Te lo auguro di cuore!