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LA FEROCIA

Prosa 
6 Apr 2025 - 17:00

LA FEROCIA

dal romanzo di Nicola Lagioia

ideazione VicoQuartoMazzini

regia Michele Altamura, Gabriele Paolocà

adattamento Linda Dalisi

con Roberto Alinghieri, Michele Altamura, Leonardo Capuano,

scene Daniele Spanò

luci Giulia Pastore

costumi Lilian Indraccolo

coproduzione Scarti – Centro di Produzione teatrale d’Innovazione, Elsinor, Romaeuropa Festival, LAC –Lugano Arte e Cultura, Teatri di Bari, Teatro Nazionale di Genova

 

Secondo alcuni la disciplina che meglio spiega il nuovo secolo è l’etologia. Metti una volpe affamata davanti a un branco di conigli e li vedrai correre. Corri in una piazza piena di colombi e li vedrai volare. Trova il colombo che non vola. (La ferocia, Nicola Lagioia)

Tratto dall’omonimo romanzo di Nicola Lagioia edito da Einaudi e vincitore nel 2015 del Premio Strega e del Premio Mondello, lo spettacolo mette in scena il trionfo e la rovina dell’occidente. Lo fa raccontando la storia della famiglia Salvemini, una saga familiare in cui le colpe dei padri si specchiano nelle debolezze dei figli.

Vittorio Salvemini è venuto dal nulla e, come da copione, vuole tutto. Costruttore pugliese arrivato a Bari poco più che trentenne, dagli anni ‘70 in poi ha inanellato una serie di successi professionali che l’hanno portato a essere proprietario di cantieri edili su cui non tramonta mai il sole, da Bari a Phuket, passando per Parigi e Istanbul. 

Solo le contraddizioni di qualunque ascesa sfrenata riusciranno a mandare in frantumi le sue sicurezze. A queste è legata la morte della figlia Clara, trovata nuda e ricoperta di sangue sulla provinciale che collega Bari a Taranto.

Nel pensare la regia dello spettacolo è stato scelto di mettere al centro, nella sua assordante assenza, il corpo di Clara, chiuso nello sguardo di tutti quelli che hanno creduto di poterlo possedere. Intorno, l’abissale e cruenta vanità del potere rappresentata dagli altri membri della famiglia e da tutti coloro che sono coinvolti nei loro affari. A fare da contraltare un figliastro tornato come un Oreste contemporaneo a gridare vendetta e un giornalista ossessionato da una frenetica fame di verità e da un amore sconfinato per la terra in cui è nato.

La vicenda dei Salvemini ha il calore di una tragedia contemporanea, particolare e universale allo stesso tempo, e si nutre delle parole di un grande romanziere, nato e cresciuto in un Sud da sempre attraversato da grandi narrazioni.

durata: 1h 30’


 
 

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